Alexia Barakou

16 settembre 2024

Le sfide delle associazioni di pazienti italiane tra autonomia, credibilità e conflitti di interesse

Lorenzo Buzzoni
Lorenzo Buzzoni
Le principali aziende farmaceutiche hanno donato oltre 12 milioni di euro alle associazioni di pazienti italiane nel 2022. Il caso del farmaco Translarna, sostenuto da associazioni finanziate dall’azienda produttrice, alimenta il dibattito sulla possibile influenza dell'industria sulle decisioni sanitarie.
Investigate Europe rivela che le maggiori aziende farmaceutiche hanno donato oltre 12 milioni di euro alle associazioni di pazienti italiane nel 2022.
Tra i principali finanziatori ci sono Gilead, Novartis, Roche e Pfizer (tutte sopra il milione e mezzo di euro donato) mentre AIL, Associazione Italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma, è l’associazione più finanziata, l’unica a superare il milione di euro.
“Quando si riceve dei finanziamenti c’è il rischio di un'influenza su ciò che si può fare o dire”, dice Cinzia Colombo, ricercatrice dell’Istituto Mario Negri.
Tuttavia le associazioni dicono di non sentirsi condizionate dalla partnership con l’industria farmaceutica, che viene valutata positivamente.
Per Fondazione Incontra Donna, che ha ricevuto circa 430 mila euro, “rinunciare al sostegno dell’industria significherebbe avere a disposizione meno strumenti contro il cancro”.
AIL ha risposto che le donazioni dalle case farmaceutiche incidono “solamente per un 3% della raccolta complessiva” e che tali “contributi escludono qualsiasi condizionamento da parte delle aziende”.
Le associazioni hanno un ruolo sempre più importante, sia dal punto di vista assistenziale che della ricerca.
Ciò è vero soprattutto nei paesi anglofoni (UK, Canada, Usa e Australia) dove le associazioni sono chiamate a dare un parere sui farmaci che entrano in commercio e nei paesi del Nord Europa dove le istituzioni, per finanziare progetti di ricerca, richiedono la loro presenza.
A livello europeo, le associazioni sono coinvolte nelle decisioni di EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, in qualità di esperti, dando la loro opinione sulla capacità di un farmaco di soddisfare o meno le loro esigenze.
Dopo che per due volte il CHMP, il Comitato per i Medicinali per Uso umano di EMA, si è espressa in modo negativo sui benefici del farmaco Translarna, invitando la Commissione europea a ritirarlo dal mercato, le associazioni Uniamo, UILDM e Parent project hanno inviato a febbraio una lettera a EMA e alla Commissione europea, esortando a riconsiderare il giudizio del CHMP.
A maggio, la Commissione ha richiesto una nuova procedura di valutazione e rimandato il giudizio finale sul ritiro del farmaco.
Investigate Europe rivela che due delle tre associazioni che supportano Translarna in Italia (UILDM e Parent project) hanno ricevuto finanziamenti da PTC Therapeutics, l’azienda farmaceutica statunitense che commercializza il farmaco, per un totale di 124.600 euro nel triennio 2020-2022.
Buy some time è la campagna avviata dalla associazioni di pazienti delle comunità Duchenne per supportare il mantenimento del farmaco Translarna nel mercato UE Parent Project

Anche in Irlanda, Spagna e Regno Unito, associazioni della comunità Duchenne finanziate da PTC si sono espresse a favore del medicinale.
Per Filippo Buccella, presidente di Parent Project e genitore di un ragazzo affetto da sindrome di Duchenne, è ingenuo e fuorviante pensare che la scelta di difendere il farmaco dipenda dall’aver ricevuto finanziamenti da PTC.
“Le nostre ragioni nascono dal nostro scopo statutario: difendere i diritti dei nostri figli. Novecento famiglie in Europa ci hanno chiesto di fare il possibile per essere certi che la valutazione di EMA tenesse in conto tutti i fattori coinvolti”.
“Questo farmaco non è la cura definitiva, ma è l’unica speranza che abbiamo al momento. Ho visto miglioramenti su mio figlio, e dottori di fama internazionale ritengono che Translarna abbia efficacia” dice Elena Semenzato, madre di Leonardo, bambino che assume Translarna da due anni.
Elena fa riferimento a una lettera sottoscritta da diversi neurologi italiani e inviata ad EMA lo scorso novembre in cui i medici si esprimono a favore del farmaco.
Analizzando le dichiarazioni delle donazioni di PTC Therapeutics, risulta che 13 dei 28 dei firmatari hanno ricevuto denaro dall'azienda nel triennio 2020-2022 per una somma totale di circa 54.000 euro.
“Si tratta di consulenze per advisory boards e per simposi educational in ambito di conferenze sulla malattia di Duchenne” ha risposto il dottor Eugenio Maria Mercuri, del Policlinico Gemelli di Roma, che nel biennio 2021-22 ha ricevuto circa 9.000 euro da PTC.
“I giudizi si basano sui risultati degli studi e delle osservazioni cliniche e non sono certo condizionati da un onorario per piccoli eventi occasionali”, conclude Mercuri, che in due occasioni è stato chiamato da EMA a partecipare come esperto esterno nelle procedure valutative su Translarna. 

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