L’inchiesta Affari europei Il nostro progetto sugli affari dell'UE vi porta all'interno dei negoziati sulle leggi che riguardano tutti noi. Pubblichiamo storie che vanno al cuore del processo decisionale dell'UE, spieghiamo come gli accordi politici siglati a Bruxelles siano importanti per i comuni cittadini europei e facciamo luce sulle questioni critiche del nostro tempo.
“La Francia ringrazia la presidenza dell'UE per aver abolito l'esenzione per i minori di 12 anni e le loro famiglie (dalle procedure alle frontiere)”. È il 15 maggio 2023, nella sala riunioni del palazzo Justus Lipsius gli ambasciatori europei stanno negoziando, a porte chiuse, il Migration Pact, un pacchetto di cinque proposte legislative che dovrebbero cambiare il volto delle politiche migratorie, creando la tanto invocata (dall’Italia) solidarietà tra Paesi UE e un più coerente quadro di leggi sulla gestione degli arrivi, le domande d’asilo, le impronte digitali, i piani anticrisi.
Dopo quasi tre anni di stallo nei negoziati si comincia a vedere una certa accelerazione: a luglio 2024 Victor Orban diventerà Presidente di turno dell’UE per sei mesi. Un mese prima, il prossimo 8 giugno, ci saranno le elezioni europee. Bisogna approvare il pacchetto prima che la situazione peggiori. È il mantra in circolazione tra le capitali europee. Per la Francia però contano solo le norme sui minori. Un’ossessione, portata avanti durante almeno dieci riunioni, passate al setaccio dal consorzio Investigate Europe, che ha analizzato i resoconti di tutte le riunioni degli ambasciatori tra maggio e dicembre 2023. Fino all’accordo finale tra istituzioni UE arrivato nella notte nel 20 dicembre scorso.
Le nuove leggi UE sulla migrazione potrebbero permettere agli Stati di detenere i bambini nei centri ai confini.Investigate Europe
Tra le grandi novità lo spostamento della gestione delle domande d’asilo alle frontiere, creando delle procedure accelerate, esportando così di fatto il modello hotspot in tutti i Paesi europei. Parigi chiede che anche le procedure d’asilo per le famiglie siano gestite alle frontiere, togliendo qualunque limite d’età ai bambini. La Commissione aveva proposto un limite di 12 anni. L’età dei minori diventa un terreno di scontro nelle riunioni degli ambasciatori. Con la Francia si schierano i Paesi Bassi, la Danimarca, Malta e la Repubblica Ceca. Molto contrari sono la Germania che addirittura chiede uno sbarramento a 18 anni, il Portogallo, l’Irlanda e il Lussemburgo che in una riunione di novembre, dichiara: “La detenzione di bambini è completamente fuori questione”.
Anche l’Italia prima dell’estate si allinea con i Paesi garantisti sui minori. Poi però il nostro Paese scompare dai resoconti delle riunioni. Forse perché intanto in Italia il governo ha approvato il Decreto “Cutro2” che prevede tra l’altro che i minori di 16 e 17 anni possano essere tenuti negli stessi centri degli adulti.
Nel testo finale del nuovo regolamento sulle procedure d’asilo, la versione francese ha prevalso. E ora solo l’Europarlamento con un voto domani in Commissione Libertà Pubbliche e poi la plenaria in aprile, possono ancora bocciare alcune parti del nuovo Patto. Le nuove norme prevedono che per richiedenti asilo con un basso livello di accettazione e per i migranti arrivati via mare le procedure d’asilo si svolgeranno alle frontiere, con una detenzione di fatto di 12 settimane, con la possibilità di prolungarla.
La maggioranza dei paesi ha voluto regole più stringenti per limitare il numero di migranti che entrano in Europa.
"Con le procedure alle frontiere si equiparano di fatto i migranti irregolari ai richiedenti asilo". Gianfranco Schiavone, giurista di Asgi
“Con le procedure alle frontiere si equiparano di fatto i migranti irregolari ai richiedenti asilo, un’assurdità – spiega il giurista Gianfranco Schiavone di Asgi – e chi arriva dal mare viene penalizzato, come se fosse una colpa”. Ma non finisce qui. I minori non accompagnati sono esclusi in teoria da queste procedure rapide, ma se rappresentano un “pericolo per la sicurezza nazionale”, concetto quanto mai vago, lasciato all’interpretazione dello Stato, saranno detenuti alle frontiere.
Altrimenti passeranno per una procedura rapida, a terra, se rientrano in altre categorie, altrettanto discutibili: se il minore ha fornito “informazioni false” o proviene da un Paese in cui la percentuale di richiedenti asilo è pari o inferiore al 20%. Ad esempio, bambini provenienti da Tunisia, Turchia, Albania, India o Serbia, i cui Paesi sono considerati “sicuri”.
“Non si può generalizzare sull’asilo – spiega il giurista Schiavone – ci può essere un giovane tunisino che fugge da violenze o torture subiti nel proprio Paese, anche se in teoria “sicuro”. L’asilo deve essere analizzato caso per caso”.
“Ogni forma di coercizione sui minori nell'ambito di procedure migratorie è una violazione dei loro diritti.”
— Federica Toscano
Nei nuovi regolamenti altre due misure sono gravemente condannate dagli esperti: le impronte digitali potranno essere prese ai bambini a partire dai sei anni, anche con l’uso della coercizione. “È un concetto vago – spiega Federica Toscano di Save The Children Europe – nel testo non c'è alcuna definizione di questa parola, ma ogni forma di coercizione sui minori nell'ambito di procedure migratorie è una violazione dei loro diritti, che tutti gli Stati europei hanno l'obbligo di tutelare”.
Inoltre, fratelli e sorelle sono stati esclusi dalla definizione di famiglia, un minore in viaggio con uno zio non potrà per esempio raggiungere i fratelli. “Un assurdità – continua il giurista Schiavone – verranno separate le famiglie tra Stati europei, quindi non diminuiranno i movimenti secondari perché i traffici clandestini continueranno. Si vede un accanimento ideologico in queste leggi”.
La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola alla conferenza stampa dell’annuncio sull’accordo del Migration Pact il 20 dicembre scorso.European Union
L’Asgi ritiene che il Patto Migratorio infranga molti articoli della Carta europea dei Diritti Fondamentali. Già lo scorso 15 dicembre, 4 giorni prima della fine del negoziato europeo, il relatore speciale delle Nazioni Unite sulle migrazioni,Gehad Madi, aveva scritto ai tre presidenti delle istituzioni europee, Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel, avvertendoli che il patto è contrario alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo, che stabilisce che un bambino è definito come “ogni essere umano di età inferiore ai 18 anni”. E insiste sul fatto che la detenzione dei bambini a causa del loro status di migranti sia una violazione dei loro diritti e non può essere mai “nel superiore interesse del minore”, come sanciscono i trattati internazionali.
“Non mi piace questo accordo, anzi, mi fa schifo”, ammette a IE Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, ora eurodeputato PD a Strasburgo. Lui era tra i negoziatori ombra del nuovo regolamento sulla gestione dell’asilo. Ha visto con i suoi occhi l’intransigenza di molti Paesi europei. “Ma ci sono dei piccoli passi avanti per l’Italia, se crolla tutto, torniamo all’anarchia e al nazionalismo dei singoli Paesi”.
Aumentano le responsabilità per l’Italia
Il Governo Meloni si è rallegrato in dicembre dell’accordo. In realtà la responsabilità dell’Italia come primo Paese di accoglienza è persino aumentata. Prima l’Italia era responsabile solo per i primi 12 mesi del migrante arrivato in Italia, ora lo sarà per 20 mesi. La Francia ha anche ottenuto la possibilità di rispedire da noi i minori trovati in territorio francese, ma registrati in Italia. Lo faceva già, a Ventimiglia, ma andando contro le regole di Dublino, adesso con una semplice notifica, rimanderà indietro tutti i ragazzi di 16-17 anni.
“C’è persino una sentenza della Corte di Giustizia europea – superiore in grado al regolamento appena approvato – che dice chiaramente come i trasferimenti dei minori vadano contro il superiore interesse del bambino”, continua il giurista Schiavone. C’è un accanimento ideologico in queste nuove regole. L’Europa è un paziente in crisi nevrotica”.
Secondo le nuove norme, ci dovrebbero essere almeno 30 mila ricollocamenti l’anno, di cui circa 5-6000 per l’Italia, ma non c’è alcuna garanzia che i Paesi europei si prenderanno i migranti. In alternativa dovranno versare dei soldi in un fondo che servirà a finanziare anche nuovi accordi con Paesi terzi. Ammesso che funzioni a fermare l’immigrazione. Intanto l’Italia dovrà continuare a gestire tutte le domande alle frontiere.
Storie cross-border da un'Europa che cambia, direttamente nella tua mail.
Storie cross-border da un'Europa che cambia, direttamente nella tua mail.