Pesticidi, a Bruxelles è già battaglia: Italia&C. contro la riforma

Credit: Alexia Barakou

Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 21 giugno 2022 sul nostro media partner italiano Il Fatto Quotidiano.


Arriva domani sul tavolo dei Commissari europei una riforma tanto attesa quanto contestata dalla lobby agricola. Ma il momento è pessimo, in un clima da “emergenza guerra” che rende difficile qualunque dibattito e con una crisi grave del settore. L’esecutivo europeo, dopo aver constatato il fallimento di una politica delle buone intenzioni con la direttiva in vigore dal 2009, proporrà domani un Regolamento sull’uso sostenibile dei Pesticidi (Sur), direttamente applicabile negli Stati Ue e con target obbligatori per ogni Paese. A Bruxelles è attesa come una piccola rivoluzione: per la prima volta la Commissione chiede per legge che la Strategia Farm to fork (“dalla fattoria alla forchetta”, ndr), come rendere più sostenibile l’agricoltura Ue, venga applicata. Non più parole ma fatti. Già due anni fa la Corte dei Conti europea l’aveva strigliata in una relazione allarmante, scrivendo che “i progressi nella misurazione e nella riduzione dei rischi dei pesticidi sono stati limitati” e criticando il fatto che l’impegno degli agricoltori a ridurre l’uso dei pesticidi non fosse una condizione per ricevere soldi europei. La Corte ha calcolato che con la vecchia Politica agricola comune (2014-2020) sono stati sprecati 100 miliardi in azioni “verdi” in agricoltura promesse, ma mai realizzate.

Gli scienziati avvertono che, senza un cambiamento radicale, il 75% degli impollinatori (api e insetti, che riproducono le piante) sono a rischio estinzione. Ma è soprattutto lo stato di salute del suolo ad allarmare gli esperti. L’uso prolungato di agenti chimici impoverisce la terra, rendendola sterile. Secondo l’Agenzia dell’Ambiente europea, “se continuiamo a utilizzare il suolo come facciamo ora, ridurremo la sua capacità di produrre una quantità sufficiente di mangime e cibo adatto al consumo umano”.

Nel Pacchetto Natura che arriverà domani davanti ai 27 Commissari si chiede di raggiungere un obiettivo di riduzione dell’uso dei pesticidi del 50% a livello europeo. Una cifra su cui già i governi hanno dato il loro appoggio, approvando la strategia Farm to fork. Ma ora sono introdotti anche obiettivi nazionali: riduzione dell’uso dei pesticidi dal 40 al 60%, biologico al 25%, zone cuscinetto tra campi e case e 20% dei terreni trasformati in aree di protezione ecologica.

La pandemia e la guerra hanno cambiato tutto, ma sembra che qui a Bruxelles non si sia ancora capito”, dice Paolo Di Stefano, capo del- l’ufficio europeo della Coldiretti. “Noi siamo a favore della strategia farm to fork e di introdurre degli obiettivi di sostenibilità, ma chiediamo alla Commissione di premiare la riduzione dell’impatto dell’attività agricola senza colpire in modo generico l’uso dei prodotti fitosanitari”. Coldiretti pubblica regolarmente cifre allarmanti sulla situazione degli agricoltori: i prezzi dell’energia già da un anno e mezzo sono saliti alle stelle, cosi anche quelli di fertilizzanti e mangimi. La siccità ha dato il colpo di grazia.

Frans Timmermans, il vicepresidente della Commissione che ha voluto il Green Deal per il clima e poi la Farm to fork per l’agricoltura, non demorde: “Se non agiamo ora, tra 10-15 anni non avremo abbastanza cibo in Europa e non per la guerra in Ucraina”. Ma i governi lo aspettano al varco. Già 10 Paesi a marzo hanno pubblicato un documento in cui si dichiarano contrari alla riforma sui pesticidi. Sono i soliti Paesi dell’Est che si sentono discriminati da target uguali per tutti, quando loro usano molti meno fitofarmaci dei grossi Paesi agricoli. Poi ci sono i Baltici, l’Austria e la Slovenia, che hanno cominciato a ridurre da molto tempo l’uso dei veleni in agricoltura. Ma all’ultimo consiglio Agrifish del 13 giugno, molti altri governi hanno espresso forti dubbi sulla proposta. L’Italia è tra questi: per Roma la riduzione nell’uso dei fitofarmaci non deve incidere sulla produttività né mettere gli agricoltori in difficoltà di fronte all’import da Paesi terzi con regole ben più blande delle nostre. Per calmare gli animi il Commissario all’agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, presenterà una lista di deroghe alle regole della Pac: fine del divieto di rotazione delle colture ed estensione della possibilità di coltivare le aree finora protette. Il ministro Stefano Patuanelli si è rallegrato per questa misura, già presa in marzo per sei mesi. In Italia potrebbero andare presto a coltura intensiva, quindi anche con pesticidi, fino a 200 mila ettari di terre “vergini”.