Sud da Medioevo, ma il governo mette miliardi sull’Alta velocità


Questo articolo è stato originariamente pubblicato il 22 novembre 2021 sul nostro media partner italiano Il Fatto Quotidiano.


L’AV HA PORTATO benefici. Sui treni veloci di Trenitalia si è passati dai 6,5 milioni di passeggeri del 2008 ai 40 milioni nel 2019, e quelli di Italo da 4,5 milioni nel 2012 a 17,5 milioni nel 2018. Ma dei 1.280 km di linea veloce, nessuno è al Sud. 

Ora i soldi stanno arrivando. Il Pnrr ha già stanziato 24 miliardi per le ferrovie, di cui il 60% (14,8 mld) all’Alta Velocità e 4 alle tratte regionali (16,3%). Poi si è aggiunto il Fondo complementare al Pnrr con 10,4 miliardi (quasi tutti per tratte Av). La manovra prevede di spendere 16 miliardi fino al 2035 per velocizzare la linea Adriatica (5 mld) e per migliorare la rete. “Con questi investimenti si ridurrà del 38% il coefficiente di Gini sulla disuguaglianza nell’accesso alle infrastrutture ferroviarie”, spiega il ministro Enrico Giovannini: “Abbiamo un ritardo tra Nord e Sud fortissimo che il Pnrr conta di eliminare o assottigliare”. 

LA CONTESTATA LINEA AV SALERNO-R.C. 

IL GOVERNO nel fondo complementare al Pnrr ha previsto 10 miliardi per i primi lotti dell’alinea Av Salerno-Reggio Calabria. 
Il progetto completo vale oltre 22 miliardi e attraversa l’appennino della Sila con centinaia di gallerie. I lotti finanziati per ora non sarebbero pronti prima di 10 anni e ridurrebbero la percorrenza totale di circa mezz’ora 

Ma perché cominciare con l’Alta velocità, a cui il Pnrr destina più della metà dei fondi? I piani del ministero prevedono di percorrere la linea Napoli-Bari in 2 ore rispetto alle attuali 3 ore e 30 minuti, la Palermo-Catania in 2 ore rispetto alle attuali 3 ore e ridurre di 80 minuti la Salerno-Reggio Calabria. Proprio la Salerno-Reggio pare a molti esperti l’opera più inutile: 445 km, 22,8 miliardi di budget, primi lotti ultimati nel 2030. Rfi, responsabile della rete, vuole metterci pure il trasporto merci: “Questo comporta un raddoppio dei costi di costruzione, per la realizzazione di gallerie, ponti e curve ad ampio raggio, in grado di far transitare anche i merci che pesano oltre mille tonnellate. Peccato che sull’AV italiana non passi neppure un convoglio di questo tipo” spiega Francesco Russo, docente di Ingegneria dei Trasporti all’Università Mediterranea di Reggio Calabria e portavoce di un gruppo di docenti siciliani e calabresi che in un documento ha proposto di puntare sì sull’AV fino a Reggio Calabria, ma usando una tecnologia più leggera e passando dalla costa, così da dimezzare i costi. “Le risorse risparmiate potrebbero servire per modernizzare i porti di Augusta e Gioia Tauro, creare le smart road e puntare sull’AV tra Catania e Palermo, dove oggi si viaggia a non più di 100 km/h”. 

Ogni giorno sulla linea Tirrenica Sud ci sono solo 10 treni tra Roma e Reggio Calabria, il più veloce dei quali impiega quasi 5 ore, “ma la scarsità dell’offerta non dipende dalla linea, che è a doppio binario e viaggia quasi tutta a oltre 180 km/h aggiunge Paolo Beria del Politecnico di Milano per migliorare la tratta non serve l’AV. Basterebbe aumentare il servizio”. Un altro problema, dice Edoardo Zanchini di Legambiente, “è che più ci si allontana dai grandi centri, meno passeggeri si avranno e minore sarà la redditività socio-economica. Ed essendo un settore a mercato, le compagnie ferroviarie vanno dove c’è guadagno: si rischia di avere la linea AV nel Sud pronta, ma vuota”. Giovannini non è d’accordo e ricorda che nessuno credeva all’aumento della domanda sulla Milano-Roma e ora due terzi dei passeggeri non usa più l’aereo: “E poi al Sud l’investimento sarà anche sulle reti regionali dice il ministro Il Pnrr non basta, lo so. Per questo sto incontrando i presidenti delle Regioni per convincerli a dirottare parte del Fondo di coesione verso i treni”. 

IL RIFERIMENTO è ai 23 miliardi del Fondo di coesione e a parte degli 83 miliardi di fondi strutturali 2021-2027. Da fare c’è parecchio, come ricorda Legambiente nel rapporto Pendolaria: “Tra Napoli e Bari non esistono treni diretti, tra Cosenza e Crotone serve un cambioe2oree40minutiper115 km, mentre le corse dei regionali in Sicilia sono 493 al giorno contro le 2.300 della Lombardia, 4,6 volte in meno con solo metà della popolazione”.