Sereni Orizzonti: tagli e chiusure strategiche. Personale in rivolta


Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 19 luglio 2021.

Lucia racconta a Investigate Europe di aver visto, il 4 dicembre 2020, nella Rsa di Vinovo una donna delle pulizie aiutare l’infermiera a mettere una flebo a un ospite. Erano giorni drammatici, nel pieno della seconda ondata: nella Rsa di Vinovo sono morti trenta anziani. Quando gli Oss si ammalavano era difficile sostituirli. Ma le cose oggi non vanno tanto meglio. “Il cibo scarseggia, c’è sempre meno scelta, non c’è alternativa per chi ha problemi di masticazione”, dice Lucia. E chi si lamenta viene sospeso dal lavoro con una scusa, come è successo al cuoco, che ha osato sollevare il problema”.

Poi Lucia denuncia: “A Vinovo ci sono malati con demenze gravi, spesso violenti, tenuti insieme agli altri ospiti: non dovrebbe essere permesso”. Pertanto l’Rsa di Vinovo – 120 ospiti su tre piani – sembra rispondere a quell’economia di scala per cui la società di Massimo Blasoni, sta chiudendo le piccole strutture, con tanti letti vuoti dopo la pandemia che ha decimato gli anziani, per concentrare gli anziani in strutture più grandi.

“Hanno chiuso Frossasco, Piobesi, dove Sereni pagava un canone d’affitto, annunciandolo alle famiglie lo stesso giorno, come se gli anziani fossero pacchi postali”, dice Michael Pellegrino della Cgil. Neanche l’Asl locale è stata informata. “Ho ricevuto una telefonata mesi prima, ma al momento della chiusura non ci hanno informato”, spiega Giuseppe Greco, presidente della Commissione di Vigilanza della Asl di Torino 3, che dà le autorizzazioni e stacca gli assegni della retta sanitaria pubblica.

Qualche mese prima, in provincia di Asti, Sereni voleva chiudere la sede di Rocchetta Tanaro e spostare gli ospiti a Spinetta, altra grande Rsa. Ma alcuni Oss, con i sindacati e il Comune del piccolo paese, si sono messi di traverso, con un presidio permanente che ha costretto Sereni ad andar via, lasciando l’appalto a un’altra società.

In provincia di Torino, poi, Sereni Orizzonti ha 40 ricorsi aperti per contratti di apprendistato fatti a infermieri e Oss. A Biella, stessa storia: 331 lavoratori hanno denunziato contratti non adeguati. Secondo il suo bilancio annuale, la S. O. Holding Spa spende il 42,16% per il personale (gli esperti dicono che la media, per una buona gestione, dovrebbe essere del 70%), eppure è il secondo gruppo italiano per le residenze per anziani, dopo la Kos del gruppo Cir (Famiglia De Benedetti), è già presente in Spagna e Germania, e vanta una crescita strepitosa, +147% negli ultimi 4 anni, utili per 13 milioni nel 2019 e un investimento di 200 milioni tra il 2019 e il 2020 per arrivare a 10 mila posti letto entro la fine di quest’anno (ora ne ha 5.600).

La società (che non ha voluto rispondere alle nostre domande) è inoltre ripartita alla grande dopo la chiusura, a maggio, della vicenda giudiziaria che ha visto il fondatore Blasoni e altri nove manager coinvolti in un’inchiesta per truffa aggravata in sei regioni, poi convertita con un patteggiamento in frode fiscale. La società ha dovuto restituire 3,4 milioni, ricevuti in maniera irregolare dalle Asl, sui 10 chiesti dall’accusa. Gian Luigi Bettoli, presidente della Lega Cooperative Sociali del Friuli Venezia Giulia, commenta: “Resta l’amaro: il giudice avrebbe potuto almeno imporre alla Sereni Orizzonti l’interdizione a esercitare un’attività socio-sanitaria. Invece ora è solo sbiancata, come nuova”.


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