Pressioni sulla ministra francese dell’energia per un possibile conflitto d’interesse

Agnès Pannier-Runacher, ministra francese per la transizione energetica
Agnès Pannier-Runacher, ministra francese per la transizione energetica

Dichiarazioni arrivate a seguito della pubblicazione dell’inchiesta di Investigate Europe e Disclose, che ha rivelato come Pannier-Runacher abbia fondato una società d’investimento da milioni di euro a beneficio dei propri figli. 

La società (chiamata Arjunem, un’unione dei nomi dei figli della ministra) è stata creata nel 2016 dal padre, Jean-Michel Runacher, un ex-dirigente della compagnia petrolifera Perenco, che l’ha pensata come piano precoce per l’eredità dei nipoti. La società possiede 1,2 milioni di euro investiti in tre fondi, di cui due con sede a Guernsey e in Irlanda, entrambi paradisi fiscali. Società di questo tipo sono spesso usate in Francia per evitare le tasse sull’eredità.

I tre figli di Pannier-Runacher, fedele alleata del Presidente Emmanuel Macron, sono azionisti insieme a un quarto nipote di suo padre. In quanto loro legale rappresentante, la ministra è la firmataria per i tre figli, che sono minorenni, nei documenti di costituzione di Arjunem. 

Pannier-Runacher, che ha negato di aver commesso illeciti, per il diritto francese non è obbligata a dichiarare il proprio coinvolgimento ma, non facendolo, secondo i difensori della trasparenza potrebbe esserci un “conflitto di interessi” con Perenco.

Jean-Michel Runacher ha lavorato per decenni per Perenco (auto-dichiarata “compagnia petrolifera e del gas indipendente leader in Europa”), fino al 2020. L’inchiesta ha rivelato che la stessa Perenco in precedenza ha posseduto azioni negli stessi tre fondi d’investimento usati da Runacher per fondare Arjunem. Non ci sono prove che i 1,2 milioni di euro investiti in Arjunem siano direttamente collegati in alcun modo a Perenco.

La reazione della politica

Dopo poche ore dalla pubblicazione, l’Alta Autorità per la trasparenza della vita pubblica (Haute Autorité pour la transparence de la vie publique HATVP), un organo che monitora gli interessi ministeriali e possibili rischi di conflitti d’interesse, ha annunciato di aver aperto un’indagine nel coinvolgimento della ministra. 

Martedì 8 novembre, in un discorso al Parlamento francese, Pannier-Runacher ha definito la storia “falsa e diffamatoria” ma ha confermato i fatti essenziali dell’inchiesta. Ha detto che la donazione di azioni è stata fatta “tramite una compagnia francese, soggetta alla tassazione francese” e che non ha beneficiato di questi fondi e non potrà neanche farlo in futuro. Non ha commentato sui legami con i paradisi fiscali o sulla natura degli investimenti.

“Vorrei anche sottolineare che i miei figli non hanno ricevuto finanziamenti da questa compagnia da quando è stata creata”. Ha anche aggiunto che nei suoi ruoli ministeriali non è “a conoscenza delle attività” di Perenco.

“Mio padre, mia madre e i miei figli non hanno scelto una carriera pubblica. Io l’ho fatto e la porto a termine nella totale trasparenza, sia per quanto riguarda i miei beni, sia i miei interessi, sempre nel rispetto della legge. Quando c’è di mezzo la mia famiglia, e questa non è la prima volta che succede, capirete che sono tenuta a proteggerli”.  

La sua tesi non ha convinto l’opposizione. Clémence Guetté, membro di La France Insoumise, ha messo in dubbio l’idoneità di “un ministro i cui interessi finanziari indiretti sono palesemente legati alle compagnie petrolifere” nell’accelerare la transizione energetica verso le rinnovabili. Danielle Simonnet, di LFI, ha twittato: “Ministra della Transizione Energetica o degli interessi del petrolio, deve decidere!”.

Su Twitter la parlamentare dell’opposizione Danièle Obono è stata ancora più feroce: “La ministra responsabile per una legge sulle rinnovabili ha indirettamente interessi un una compagnia petrolifera grazie a piani finanziari in paradisi fiscali. Perché la notizia non viene data a ripetizione sui notiziari? Perché è ancora ministra?”.

Greenpeace chiede le dimissioni di Pannier-Runacher

Questa settimana Pannier-Runacher dovrebbe partecipare alla COP27 in Egitto ma, a seguito dell’inchiesta, Greenpeace France ha detto che la ministra “non è una legittima rappresentante della Francia” alla conferenza. 

“Questa rivelazione dimostra che il governo è fuori strada: o non comprende il conflitto d’interessi oppure lo sottovaluta. In entrambi i casi la situazione è seria e richiede una reazione immediata”, ha dichiarato il direttore generale Jean-François Juillard.

“Non solo la ministra non è all’altezza delle sfide della transizione energetica, ma ora diventa anche impossibile considerarla un interlocutore credibile quando l’obiettivo è l’uscita dal fossile. Viste le condizioni, Agnès Pannier-Runacher deve dimettersi.”