Analisi dei dati: i treni europei sono ancora sottofinanziati

Credit: Alexia Barakou
  • Secondo i dati dell’OECD, dal 2000 al 2019, in tutta Europa sono stati investiti 843 miliardi di euro nella rete ferroviaria. Le infrastrutture stradali hanno ricevuto 1.341 miliardi di euro d’investimento nello stesso periodo.
  • La differenza, quasi 500€ miliardi, è dettata dal fatto che la priorità va alle strade mentre gli investimenti nell’infrastruttura ferroviaria sono rimasti quasi del tutto stagnanti per 20 anni.
  • I dati sulla lunghezza delle ferrovie rivelano che, a livello europeo, la rete si è ridotta, con alcuni Stati che hanno perso molti chilometri e, di conseguenza, molte opportunità per viaggiare in treno.
  • Anche i dati sugli investimenti dimostrano che solo tre Paesi (Austria, Belgio e Regno Unito) hanno investito più nell’infrastruttura ferroviaria che in quella stradale.
  • Dopo aver proclamato il 2021 “anno europeo del treno”, l’UE ha preannunciato sostegni dedicati allo sviluppo della rete ferroviaria. Ma, seppure ciò si sia avverato con alcuni dei fondi distribuiti dall’UE, il “passaggio dalla strada ai binari” non è ancora avvenuto.

Investimenti nell’infrastruttura dei trasporti

Investigate Europe ha analizzato i dati dell’OECD sugli investimenti nell’infrastruttura dei trasporti degli ultimi 20 anni negli Stati dell’UE insieme a Regno Unito, Norvegia e Svizzera. Nonostante manchino alcuni dati, questo database è il più completo a disposizione. I dati del 2020 non sono ancora stati pubblicati.

Per alcuni Paesi le cifre includono investimenti sia privati sia pubblici e non sono distinguibili perché i dati sono stati forniti all’OECD dalle istituzioni competenti già sommati. Secondo alcuni report dell’OECD, in generale gli investimenti privati sembrano essere pochi.

L’investimento totale nell’infrastruttura ferroviaria in UE più Regno Unito, Norvegia e Svizzera dal 2000 al 2019 è ammontato a 843 miliardi, mentre le strade hanno ricevuto ben 1.341 miliardi di euro. L’investimento nelle infrastrutture del trasporto aereo è stato pari a 112 miliardi di euro.



Nel 2000 gli Stati europei hanno investito 27€ miliardi in ferrovie e il doppio, 54€ miliardi, in strade. Gli investimenti nelle ferrovie sono aumentati lentamente e, dopo aver raggiunto i 40€ miliardi nel 2003, sono rimasti più o meno fissi. Nel 2015, dodici anni più tardi, sono arrivati al loro massimo con 50€ miliardi.

Gli investimenti nelle strade sono cresciuti più velocemente, raggiungendo il massimo nel 2008 con 85 miliardi di euro investiti.

La discrepanza tra i capitali investiti in questi due tipi di trasporto è stata rilevante tra il 2004 e li 2013, con la differenza più grande raggiunta nel 2008, quando sono stati investiti 45 miliardi di euro nelle ferrovie e 85 nelle strade.

Nel periodo successivo il divario è aumentato e, nel 2018 (l’ultimo anno di cui disponiamo di dati affidabili), sono stati registrati 47€ miliardi per le ferrovie e 71€ miliardi per le strade.



Investimenti nelle ferrovie per Paese

Secondo i dati dell’OECD, i Paesi con la percentuale più alta del PIL investita nell’infrastruttura ferroviaria sono Svizzera, Austria, Spagna, Repubblica Ceca, Regno Unito e Ungheria.

L’analisi degli investimenti nell’infrastruttura come percentuale del PIL ci mostra che in Svizzera è stato investito lo 0,63% del PIL nell’infrastruttura ferroviaria, seguita da Austria (0,52%), Spagna (0,46%), Repubblica Ceca (0,42%), Regno Unito (0,4%) e Ungheria (0,38%).Nel frattempo la percentuale media investita nell’infrastruttura stradale in questi paesi è stata pari allo 0,9% in Ungheria, 0,8% in Svizzera, 0,7% in Repubblica Ceca, 0,6% in Spagna, 0,3% nel Regno Unito e 0,2% in Austria.



I Paesi con gli investimenti più bassi nelle ferrovie sono Polonia e Irlanda con lo 0,1% del PIL (dati fino al 2007) e la Romania (0,1%). Sembra che la strada giochi un ruolo più importante in questi Stati perché la percentuale di PIL investita nin Romania è pari al 1,8%, in Polonia allo 0,9%, in Irlanda allo 0,7%.

L’Austria investe molto più nel treno che nella strada ed è l’unico Paese a farlo insieme a Regno Unito e Belgio.

I Fondi europei

Secondo la Commissione, sono tre i principali fondi per i progetti ferroviari, a livello europeo: il Fondo di coesione, il Fondo europeo di sviluppo regionale (European Regional Development Fund – ERDF) e il Connecting Europe Facility (CEF). Investigate Europe li ha presi in analisi tutti per i due periodi di investimenti dal 2007 al 2013 e dal 2014 al 2020. Non c’era un quadro generale chiaro e completo per il periodo che va dal 2000 al 2006. Alla nostra richiesta di dati la Commissione ha risposto che per quegli anni non ha un dataset da fornirci.

Investigate Europe ha cercato di capire quanto, di quei fondi, è stato allocato ai progetti nel trasporto ferroviario, stradale e aereo. Abbiamo anche analizzato quanto hanno ricevuto i singoli Paesi per i diversi progetti in ogni periodo di finanziamento.

L’analisi si basa sui database di Coesione (che includono il Fondo di coesione e il ERDF), sui database forniti da CINEA per i progetti TEN-T (2007-2013) e per i finanziamenti CEF (2014-2020).

Nonostante le dichiarazioni sull’obiettivo dell’UE di diventare climaticamente neutrale entro il 2030 e nonostante il 2021 fosse stato nominato “anno europeo del treno”, i treni continuano a non avere un supporto adeguato se paragonati alla strada.

I dati del CINEA per i progetti TEN-T dal 2007 al 2013 ci mostrano che 3,3 miliardi di euro sono stati destinati alla costruzione di reti ferroviarie. Dal 2015 in poi, il finanziamento per progetti TEN-T è passato dal fondo Connecting Europe Facility (CEF). Possiamo presupporre che il fondo CEF sia orientato verso le ferrovie perché sono stati assegnati più soldi ai progetti ferroviari che ad altre infrastrutture dei trasporti. Più di 16,5€ miliardi del fondo CEF sono stati destinati alle ferrovie tra il 2014 e il 2020, mentre alle strade sono stati assegnati 2,1€ miliardi e 1,5€ miliardi agli aeroporti.

Secondo i dati di Coesione (Fondo di coesione e ERDF), tra il 2014 e il 2020 sono stati spesi in progetti ferroviari quasi 19 miliardi di euro, di cui 12 miliardi in progetti TEN-T.

La cifra spesa nello stesso periodo per progetti stradali è stata di 33,7€ miliardi, di cui 19,5€ miliardi in progetti TEN-T.

L’opinione pubblica è dalla parte del treno ma i dati non lo rispecchiano. Seppure la differenza sia minore rispetto al periodo precedente (2007-2013), in cui sono stati assegnati 23,3€ miliardi alle ferrovie e 46,5€ miliardi alle strade, il sistema ferroviario ancora non è diventato la priorità.



Secondo i database del CINEA per TEN-T (2007-2013) e del CEF (2014-2020), ai progetti ferroviari sono stati dati 19,9€ miliardi, mentre i dati di Coesione per lo stesso periodo ci dicono che il Fondo di coesione e ERDF hanno concesso 42,1€ miliardi, di cui 28,8€ miliardi per progetti TEN-T.

L’analisi di Investigate Europe dimostra che almeno 62€ miliardi sono stati concessi per lo sviluppo di reti ferroviarie in Unione Europea tra il 2007 e il 2020 e di questi 48,6€ miliardi erano dedicati a progetti TEN-T. Nello stesso periodo, dagli stessi fondi UE per la costruzione di strade e autostrade sono usciti 82,5€ miliardi, di cui circa 43€ miliardi per progetti TEN-T.

Oltre ad analizzare quanto è stato allocato ai diversi mezzi di trasporto da ogni fondo, Investigate Europe ha anche indagato sui progetti più grandi finanziati da questi fondi e su quali paesi abbiano ricevuto i maggiori finanziamenti nell’ultimo periodo.

Progetti che hanno ricevuto i finanziamenti più grandi dal fondo CEF

Secondo il database di tutti i progetti ferroviari sostenuti dal fondo CEF, il progetto a cui è stata conferita la fetta più grande è uno che fa parte della Galleria di Base del Brennero, sul corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Solamente questo progetto costa 1.098€ milioni, di cui 880€ milioni del CEF concessi all’Austria e all’Italia (il costo totale del tunnel supera i 8€ miliardi). Il progetto è ancora aperto e dovrebbe essere completato entro la metà del 2023.

Al secondo posto c’è il progetto della sezione transfrontaliera del nuovo collegamento Lione-Torino, il Tunnel di Base del Moncenisio, con quasi 814€ milioni concessi all’Italia e alla Francia. Dovrebbe essere completato a dicembre 2022 e fa parte del corridoio Mediterraneo.

Quasi 590€ milioni sono stati concessi alla Germania per un progetto chiamato Upgrade e per la costruzione della linea Stoccarda-Wendlignen, inclusa la Stuttgart 21. Il progetto fa parte del corridoio Reno-Danubio e dovrebbe essere completato entro la fine del 2021. In totale è costato 1,9€ miliardi, di cui il 30% dal fondo CEF per il periodo dal 2014 al 2020.

Quasi la stessa cifra, 589€ milioni, è stata concessa alla Danimarca per il progetto del tunnel del Fehmarn Belt, il collegamento fisso stradale e ferroviario tra la Scandinavia e la Germania. Fa parte del corridoio Scandinavo-Mediterraneo e la data di completamento è fissata a dicembre 2023. In totale costerà circa 1,4€ miliardi, di cui il 40% è finanziato dal CEF.

Queste cifre non sono quelle totali concesse alle diverse sezioni perché alcune di esse contengono altri progetti oltre a quelli nominati. Qui abbiamo analizzato i progetti individuali di maggior valore.

Il Fondo di coesione e il Fondo europeo di sviluppo regionale (ERDF)

Secondo i dati di Coesione, il Paese che ha beneficiato di più da questi fondi è la Polonia, ricevendo 6,3€ miliardi per il trasporto ferroviario, seguita dalla Repubblica Ceca, che ha ricevuto una cifra tre volte più piccola, 2,1€ miliardi, e dalla Romania con 2€ miliardi. A seguire c’è la Svezia con 1,8€ miliardi e l’Italia con 1,4€ miliardi per le ferrovie.

Alcuni dei progetti finanziati dal Fondo di coesione e dall’ERDF sono: la linea ad alta velocità Madrid-Lisbona, la ristrutturazione della ferrovia romena che arriva al confine con l’Ungheria, l’integrazione dei mezzi di trasporto nelle città di Danzica e Gdynia e l’ammodernamento della linea ferroviaria che collega Varsavia e Lublino in Polonia.

Linee ferroviarie sempre più ridotte – le linee nel corso degli anni


Secondo i dati Eurostat sulla lunghezza delle linee ferroviarie, il Paese che ha perso più chilometri è la Francia con 3.558 km tolti alla rete tra il 2008 e il 2019. La Spagna è il Paese in cui la lunghezza totale è aumentata di più, con 2.173 km in più registrati nello stesso periodo.

Osservando la lunghezza totale delle linee ferroviarie, la rete europea ha perso circa 3.300 km dal 2008.